type='text/javascript'/>Donate window.setTimeout(function() { document.body.className = document.body.className.replace('loading', ''); }, 10); Infodatasets di Cinzia Palmacci. Il blog del cittadino informato : giugno 2024

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mercoledì 12 giugno 2024

COMUNISTIZZAZIONE GLOBALE – PARTE II



Avevamo concluso la prima parte di questo viaggio mettendo in chiaro, alla luce dei fatti, il vero significato della Perestroika. Tuttavia, parallelamente ad essa, vi è un altro fenomeno che si è andato sviluppando come un vero e proprio surrogato del Comunismo: la Globalizzazione.

Quando si pensa alla Globalizzazione, vengono in mente l’evoluzione della scienza e della tecnologia, i cambiamenti nell’economia, nella politica, nella cultura, alle moderne telecomunicazioni, ai trasporti, i computer e le reti digitali, insomma, tutta una serie di cose che hanno diminuito le distanze geografiche e annullato i confini che erano rimasti in piedi per migliaia di anni. Il mondo è diventato piccolo e unito, le interazioni e gli scambi tra i vari sono a livelli mai visti nella storia. Il rafforzamento della collaborazione a livello planetario è una conseguenza naturale degli sviluppi tecnologici, dell’espansione della produzione e delle migrazioni.

Tutto bellissimo, ma solo in apparenza, perchè la globalizzazione non è solo questo. La sua essenza di stampo comunista si trova nella grande e veloce diffusione di tutti i suoi dettami. I mezzi utilizzati comprendono operazioni politiche, economiche, finanziarie, culturali e sociali su scala globale che hanno eliminato culture, tradizioni e confini con l’obiettivo di distruggere la morale, l’identità dei popoli, la fede, tutti elementi fondamentali per la sopravvivenza di una civiltà. I più tanti pensano al fenomeno comunista come un qualcosa che rimane indipendente da qualsiasi altra ideologia o dottrina. Sbagliato, il comunismo, il quale non è solamente mera teoria, ma una vera e propria religione, il cui obiettivo finale è la distruzione della civiltà stessa. Esso, fra l’altro, non si attiene affatto ad una sola ideologia politica, bensì, laddove vi siano le condizioni utili, mira a utilizzare anche linee politiche ed economiche in apparenza contrarie.

Facciamo un esempio. La globalizzazione ha sempre affermato di voler promuovere la democrazia, l’economia di mercato e il libero scambio; il risultato è stato lo scontro con diversi gruppi della Sinistra. Però, queste frange di Sinistra non si sono mai accorte che è proprio il comunismo, a livello dottrinale, che muove i fili. La stessa globalizzazione economica e politica esplicata con estrema chiarezza nell’Agenda mondialista, la quale comprende tutte le varie convenzioni internazionali, non sono altro che strumenti di manipolazione da un lato, e di distruzione dall’altro.

La globalizzazione, infatti, (definita anche come Globalismo), veicolata dal comunismo, non ha fatto altro che evolversi nel corso del tempo in diversi settori, tra i quali quello economico, politico, sociale, culturale e ambientale. È utile sottolineare che essa ha svolto il ruolo di apripista per la fase successiva del percorso verso un Nuovo Ordine Globale, ossia il Mondialismo.

Per contro si sente spesso promuovere l’idea secondo la quale stiamo vivendo un momento di deglobalizzazione che dovrebbe porre fine al dominio del vertice della piramide che però non trova riscontro nei fatti.

Il Mondialismo è stato pianificato fin dal XVII secolo, ma non poteva essere raggiunto fino a quando non vi sarebbe stato l’annullamento di ogni identità, tradizione, morale, economia e stabilità dei paesi del mondo. Era necessario omologare la popolazione mondiale sotto unici diktat attraverso la creazione di strutture sovranazionali che nel corso del tempo avrebbero annullato le capacità di azione di ogni singolo stato.

Ma dove risiedono le basi del Mondialismo moderno e della tecnocrazia? La risposta è Jan Amos Comenius.

Costui era a capo della setta hussita dei Fratelli Moravi e membro della confraternita occultista dei Rosacroce. Nel suo libro Panorthosia, egli progettò di assicurare la “pace” universale mediante una rieducazione dell’umanità realizzata da una filosofia razionale, una religione ecumenica e una lingua universale. Questa rieducazione doveva essere guidata dalla “Corte Suprema dell’Umanità”, un senato internazionale degli iniziati (con sede a Gerusalemme) diviso in tre sezioni:Consiglio della Luce, ossia il tribunale culturale delle accademie scientifiche;
Concistoro, ossia il tribunale religioso delle Chiese;
Consiglio della Pace, ossia il tribunale politico dei popoli, composto però non da politici quanto da “saggi illuminati” esperti nelle tecniche per manipolare le coscienze e suscitare il consenso sociale.

Comenius è considerato il padre del Mondialismo moderno, della Sinarchia e della Tecnocrazia. La tecnocrazia è parte fondamentale dello stesso comunismo, della globalizzazione e del mondialismo. Nella concezione più moderna, essa è figlia dell’Emporiocrazia del Marchese Joseph Alexandre Saint-Yves d’Alveydre (Massone, consacrato alla causa della diffusione della Sinarchia).

La tecnocrazia, in origine nacque dalla svolta ideologica avviata all’inizio del XVI secolo dal filosofo e politico inglese Francis Bacon e dall’ambiente della Royal Society. Essi diffusero una concezione del sapere come strumento di potere, ossia di trasformazione della natura e della società mediante la scienza e le tecniche, allo scopo di recuperare, a loro dire, la felice condizione perduta nel Paradiso Terrestre. Il programma tecnocratico venne elaborato poco dopo, come abbiamo visto prima, dal filosofo Jan Amos Komenski (Comenius).

Questo programma fu rilanciato poi nel XVIII secolo da vari filosofi e politici illuministi, poi nel XIX secolo da positivisti come i francesi Claude-Henri de Saint- Simon e Auguste Comte. Modello della tecnocrazia è la figura del manager, ossia il dirigente-esecutore (non specialista ma funzionale a tutti i settori produttivi) consacrato all’applicazione delle regole e delle procedure amministrative, dunque privo d’ideali, di radici sociali, di patria e possibilmente anche di famiglia; tipici esempi attuali ne sono il burocrate e il finanziere cosmopoliti. Sotto la direzione della classe manageriale, la vita politico-sociale, la produzione economica e la stessa proprietà privata diventano anonime e impersonali e dunque si deresponsabilizzano, anche perché l’esercizio e il controllo gestionali degli strumenti esecutivi e produttivi sono ormai separati dalla titolarità ufficiale del diritto.

Se facciamo un primo bilancio di tutto ciò che abbiamo esposto, si evince con chiarezza che gli aspetti prima menzionati della globalizzazione si sono letteralmente sincretizzati nell’ideologia secolare del Globalismo da un lato, e del comunismo dall’altro. Dobbiamo parlare in termini di complementarità, poichè come il comunismo, il globalismo si fonda sul materialismo, ecco perché esso è nel vero senso della parola un surrogato del comunismo stesso. Allo stesso modo, il globalismo propaganda una meravigliosa utopia, una sorta di paradiso sulla terra, contraddistinto da ricchezza, libertà dalla schiavitù, dall’oppressione e dalla discriminazione, gestito da un governo mondiale.

Questa ideologia si scaglia contro la cultura tradizionale di qualsiasi gruppo etnico, basata sulla fede in Dio e sull’insegnamento della virtù. Essa si concentra su concetti come “Politicamente corretto”, “Giustizia sociale” ed “Egualitarismo assoluto”. Tutte cose che nei fatti non si sono mai viste, ma sono anche fuorvianti perché non mirano a raggiungere gli obiettivi proposti. Per questo, in tale frangente, si parla anche di vera e propria globalizzazione dell’ideologia. È risaputo che tutti i paesi hanno una propria cultura, anche se, a livello tradizionale, ognuna di esse è basata su valori universali. La sovranità nazionale e le tradizioni culturali di qualsiasi gruppo etnico svolgono un ruolo importante nel patrimonio nazionale e nell’autodeterminazione e offrono protezione a tutti i gruppi etnici dall’infiltrazione di forze esterne sovversive. Lo scopo del Comunismo, il quale racchiude tutte le sfaccettature esposte, è quello di formare un governo globale, eliminando non soltanto tradizioni e identità, ma anche la religione (a parte una, la sua, o meglio quella dei lorsignori di cui abbiamo già parlato in altri articoli), la proprietà privata e la cultura tradizionale di ogni nazione.

Sulla proprietà privata si potrebbero fare tantissimi esempi, i quali si legano anche al discorso inerente alla limitazione dell’uomo. L’ambientalismo è prodromico all’eliminazione della proprietà (e non solo), ma ne abbiamo già parlato in altre occasioni; tuttavia, andando un po’ più a fondo e volendo fare un esempio tutto italiano, vorrei citare un articolo veramente interessante di Rodolfo Casadei apparso su “Tempi” e che trovate sa questo link (https://www.tempi.it/abolizione-della-proprieta-privata/ ) di cui si propongono due estratti:


«Qualche anno fa fece sensazione un documento del World Economic Forum di Davos nel quale si prevedeva la scomparsa della proprietà privata dei beni entro nientemeno che il 2030. Non la proprietà privata dei mezzi di produzione, storico obiettivo dei programmi comunisti, ma la proprietà dei beni personali e di famiglia; cose come la casa, l’automobile, il computer, ecc. Sostituite da “servizi” a pagamento o gratuiti. Le reazioni furono furibonde, il Wef fu accusato di voler consegnare le proprietà di noi tutti alla grande finanza e alle multinazionali con la complicità degli stati, per trasformarci tutti in servi del capitale, interamente da lui dipendenti.»


«C’è qualcosa di più profondo che mi affligge quando prendo atto di queste utopie pseudoecologiste e pseudoprogressiste. È la consapevolezza che dietro queste possibili evoluzioni delle nostre società ci sta la programmatica riduzione della persona a individuo, cioè a ente isolato; ci sta la volontà di recidere tutti i legami che fanno dell’essere umano un essere che vive di rapporti affettivi con altri esseri umani, rapporti affettivi che iniziano nella famiglia in cui si nasce. Perché tali legami ostacolano la crescita economica e la realizzazione di profitti. La famiglia è trasmissione: trasmissione della vita, della lingua, di valori, di beni patrimoniali. Annientare la trasmissione dei beni patrimoniali – la casa prima di tutto – attraverso l’abolizione della proprietà privata equivale ad abbattere uno dei pilastri della realtà familiare. Con viene meno anche la voglia di trasmettere la vita, cioè di mettere al mondo figli. Che senso ha mettere al mondo dei figli se non abbiamo nulla da trasmettere loro, né spiritualmente né materialmente?»

Suggerisco di leggerlo tutto perché merita davvero, così come suggerisco anche, sempre sullo stesso tema, dal punto di vista italiano, un altro articolo scritto dall’avvocato Maria Capozza che trovate a questo link


Tornando a noi, la globalizzazione ha spianato la strada al mondialismo, il quale sta svolgendo un ruolo distruttivo verso l’etica umana. Entrando nel dettaglio di come le fondamenta del globalismo siano da ritrovarsi nel comunismo e di come questi siano la colonna portante della comunistizzazione globale in atto, è necessario evidenziare che Carl Marx non usò mai il concetto di globalizzazione, ma quello di ìstoria universale.

Se andiamo a vedere il Manifesto del Partito Comunista, leggiamo che Marx sosteneva che l’espansione globale del Capitalismo avrebbe prodotto un gran numero di proletari, portando poi a una rivoluzione in tutto il mondo, la quale sarebbe stata funzionale alla sostituzione del Capitalismo con il Comunismo. Quindi, i banchieri internazionali (che sono capitalisti) hanno creato il comunismo per venderlo ai popoli come una vera e propria speranza di abbattere il loro stesso potere. Nei fatti, il comunismo abbraccia la popolazione mondiale e lo stiamo vedendo oggi, ma non loro, che rimangono fermi esattamente dove sono.

Marx, inoltre, scrisse che:


«Il proletariato può dunque esistere soltanto sul piano della storia universale, così come il Comunismo, che è la sua azione, non può affatto esistere se non come esistenza storica universale»

Ergo, la rivoluzione comunista deve essere un movimento su scala globale. Il ricercatore, storico e giornalista investigativo George Edward Griffin che abbiamo menzionato spesso nei nostri articoli, riassume i cinque obiettivi principali della rivoluzione globale comunista:


«Riunire tutte le nazioni in un unico sistema di economia mondiale; Forzare i paesi avanzati a versare aiuti finanziari prolungati a beneficio dei paesi emergenti; Dividere il mondo in gruppi regionali come fase di transizione al governo mondiale unico.»

Dunque, la multipolarità (di facciata) come transizione verso l’obiettivo finale.

William Z. Foster, ex presidente del Partito Comunista Americano scrisse che:


«Un mondo comunista sarà un mondo unificato. Il sistema economico sarà una grande organizzazione, basata sul principio di pianificazione che sta nascendo in Russia e in Cina. Stati Uniti, Russia e Cina saranno la colonna portante di questo governo mondiale».

Nello stesso tempo in cui il mondo occidentale credeva che il Comunismo fosse stato abbattuto, la tendenza al Socialismo (la fase primaria del Comunismo) rimaneva sempre in piena evoluzione. Come abbiamo evidenziato nella prima parte e anche in altri articoli, il fantasma comunista non era e non è mai morto, semplicemente, ha cambiato pelle.

Il comunismo si nasconde dietro varie dottrine e movimenti mentre corrode ogni angolo del mondo libero e vi si infiltra. La globalizzazione appariva come un processo del tutto naturale, ma il ruolo del Comunismo, specie alla luce del Mondialismo attuale, è sempre più eloquente nel corso della sua evoluzione. Il percorso storico descritto infatti, comprova che la globalizzazione, come vero e proprio surrogato del comunismo, ha svuotato l’industria, distrutto la classe media, portato alla riduzione dei redditi, polarizzato ricchezza e povertà e fomentato spaccature sociali. Tutto questo non ha fatto altro che promuovere la crescita del Socialismo negli Stati Uniti, in Europa e nel mondo intero.

Ma è il gioco delle tre carte, perché tuto questo è avvenuto in maniera del tutto subdola. Se pensiamo a tutte le forze di Sinistra presenti nel mondo, vediamo che esse sostengono che la globalizzazione ha causato disuguaglianza di reddito e molto altro. Tuttavia, allo stesso tempo, il sentimento No – Global è cresciuto vertiginosamente, diventando una nuova forza che intende resistere al Capitalismo e che quindi, chiama a gran voce il Socialismo. Ed è sempre il solito giochetto, la stessa manipolazione. Si fomentano tutte le parti in causa in funzione di un unico e solo obiettivo, il loro. Ed è così che si arriva al mondialismo attuale.

Il potere al vertice della piramide, nel corso del tempo ha imparato che il miglior modo possibile per raggiungere i suoi obiettivi non è l’utilizzo della forza, ma quello di avere il consenso. Creano il problema e danno la soluzione. Si creano di continuo problemi a livello mondiale che necessitano ovviamente di soluzioni. Queste vengono prese sempre nell’ottica comunista di una maggiore collaborazione internazionale e nelle strutture di potere. Step by Step, il fine è quello di stabilire un governo mondiale attraverso misure che incorporino tutti i concetti che abbiamo esposto sino adesso. La proliferazione di continui trattati internazionali (le cui finalità sono sempre ad uso e consumo di chi muove i fili e non dei paesi) ne è una prova eloquente. L’indebolimento delle strutture nazionali è uno step primario nell’ottica della comunistizzazione globale. Nonostante vi siano gruppi che non sono necessariamente comunisti, essi si rifanno a ideali e soluzioni perfettamente in linea con il pensiero comunista. Senza andare troppo indietro nel tempo, se si guarda agli accordi di Bali sottoscritti nel 2022 da tutti i paesi del mondo, si capisce come tutto l’apparato economico e politico mondiale sia perfettamente in linea con il pensiero comunista, e quindi Mondialista.

Nei nostri articoli abbiamo spesso menzionato Cleon Skousen, celebre scrittore, ricercatore e storico americano autore di un saggio intitolato “Il capitalista nudo” di cui abbiamo anche riportato qualche passaggio. Tuttavia, Skousen ne ha scritti altri, fra cui “The Naked Communist” – “Il comunista nudo” nel quale sviscera i quarantacinque pilastri del comunismo, il più importante dei quali:


«Promuovere le Nazioni Unite come unica speranza per l’umanità.»

Molti di coloro che hanno accusato personalità come Skousen di cospirazionismo, non si rendono conto che la costruzione di un governo mondiale non si può raggiungere sul breve periodo. Alfredo Bonatesta, nel saggio “Sinarchia Universale – progetto di un nuovo ordine mondiale” fa un excursus che attraversa oltre dieci secoli in seno alla più grande cospirazione contro l’umanità. Sembrerà strano, se non addirittura folle, ma è proprio per questo che i globalisti (che sono i veri comunisti) utilizzano le più svariate argomentazioni per sponsorizzare la creazione di istituzioni internazionali in vari campi, mentre promuovono l’unità di queste istituzioni e continuano a sostenere la dipendenza dalle Nazioni Unite, con lo scopo ultimo di istituire un governo mondiale. La centralità dell’ONU in tutto questo (la quale rappresenta la più grande struttura di stampo Rosacroce vista la sua organizzazione interna e la relativa natura messianica esplicitata, tra l’altro, nella già citata Panorthosia di Comenius), l’abbiamo vista nell’articolo sui BRICS.

Di seguito potete “ammirare” la sala del consiglio di sicurezza dell’ONU dove dimora un dipinto al centro del quale domina uno dei simboli dei Rosacroce.

Ora, per far sì che i popoli della terra si adattino alla comunistizzazione globale in atto e quindi aderire volontariamente al Nuovo Ordine Mondiale, di cosa ha bisogno il potere? Del consenso, lo abbiamo detto prima. E il consenso è frutto della manipolazione. La manipolazione avviene su più fronti, tra cui quello della corruzione. Spirituale, certo, ma non solo, anche materiale. L’offerta di allettanti benefici con la promessa di portare il benessere. L’intento è lo stesso proclamato dal Comunismo, il quale si manifesta come la cura di ogni male. La collettivizzazione dell’uomo (e non solo) sarebbe il rimedio. Per realizzare tutto ciò e quindi risolvere i problemi globali che i lorsignori stessi hanno creato appositamente, sia che si tratti della tutela ambientale o di fornire sicurezza e benessere su scala mondiale o qualunque altra cosa, è necessario accentrare il potere. Centralizzare il potere contribuisce ad aumentare quello di chi è al vertice della piramide.

Il controllo sulla società, dietro il paravento della salvezza della multipolarità, deve essere totale. Non è un caso che se si guarda ai paesi con i sistemi di controllo più avanzati e invasivi del mondo, primeggiano Russia, Cina Brasile ecc. In poche parole, i fantomatici BRICS.

Fine seconda parte.

Continua…

Tasso di inflazione G20 aprile-maggio 2024

 



(clicca immagine)

Il tasso di inflazione annuale in Italia era dello 0,8% a maggio 2024, rimanendo invariato rispetto al tasso di aprile e in linea con le aspettative del mercato, secondo una stima preliminare. Anche il tasso di inflazione armonizzato dall'UE era dello 0,8%, segnando l'ottavo mese consecutivo che l'inflazione italiana deteneva al di sotto dell'obiettivo della BCE, sottolineando l'entità inferiore della crescita dei prezzi rispetto ai suoi vicini dell'Eurozona. Tra le componenti chiave del paniere italiano dei consumatori, l'inflazione ha rallentato per gli alimenti trasformati ( 2,1% vs 2,5% in aprile ), i servizi di trasporto ( 2,4% vs 2,7% ) e i servizi abitativi ( 2,6% vs 2,8% ). D'altra parte, i prezzi sono diminuiti meno per l'energia non regolamentata ( -13,5% vs -13,9% ) a causa di un impatto inferiore degli effetti di base, mentre i prezzi dell'energia regolamentati sono rimasti invariati ( vs -1,3%) e l'inflazione è aumentata per gli alimenti freschi ( 2,3% vs 2,2% ). Dal mese precedente, i prezzi al consumo sono aumentati dello 0,2%. fonte: Istituto nazionale di statistica ( ISTAT )

(clicca immagine)

CountryLastPreviousReferenceUnit
Argentina289288Apr/24%
Australia3.64.1Mar/24%
Brazil3.933.69May/24%
Canada2.72.9Apr/24%
China0.30.3May/24%
Euro Area2.62.4May/24%
France2.22.2May/24%
Germany2.42.2May/24%
India4.754.83May/24%
Indonesia2.843May/24%
Italy0.80.8May/24%
Japan2.52.7Apr/24%
Mexico4.694.65May/24%
Netherlands2.72.7May/24%
Russia7.87.7Apr/24%
Saudi Arabia1.61.6Apr/24%
Singapore2.72.7Apr/24%
South Africa5.25.3Apr/24%
South Korea2.72.9May/24%
Spain3.63.3May/24%
Switzerland1.41.4May/24%
Turkey75.4569.8May/24%
United Kingdom2.33.2Apr/24%
United States3.33.4May/24%

COMUNISTIZZAZIONE GLOBALE – PARTE I

 

Anche se il tema in questione è già stato toccato in precedenza, questa volta si vuole sviscerare fin nei minimi dettagli quello che è il cambiamento totale in atto da tempo ormai immemore, funzionale alla collettivizzazione del mondo, al fine di comprendere da dove parte e il perché.

Si parla continuamente di nazismo, ma i fatti dicono altro: non c’è alcun nazismo oggi. I fatti dicono, come abbiamo avuto modo di appurare in più di un’occasione, che si vuole pompare l’odio verso una parte per abbracciarne un’altra. Si vuole sopprimere ogni revanscismo nazionalista, per fare in modo che i popoli della terra abbraccino il comunismo globale.

Visto e considerato che l’argomento è molto vasto, si è deciso di dividere questo articolo in più parti. Questa è la prima, la quale mi auguro possa essere utile ai fini di una comprensione quanto più ampia e profonda possibile della realtà.

Per questioni di praticità la bibliografia delle fonti completa verrà postata alla fine dell’ultima parte dell’articolo quando verrà pubblicata.  

Punto I: Simbologia

Iniziamo questo viaggio partendo da un aspetto che solitamente non viene mai preso in considerazione, ossia quello della simbologia. La falce e il martello sono entrambi simboli massonici, i quali appaiono in quello che la massoneria definisce “Quadro di loggia” già al primo grado di iniziazione, ossia quello di Apprendista, in forma del tutto separata di martello e falce di luna.

Il concetto di alleanza tra operai e contadini non viene preso minimamente in considerazione, in quanto il martello rappresenta il potere e la forza, andando quindi ad assumere lo stesso significato del pugno chiuso. La falce rappresenta l’emblema della filosofia, posta come un vero e proprio surrogato assoluto alla religione. Per descrivere accuratamente la funzione del martello del comunismo, citiamo le parole del massone Mauro Macchi, il quale così scriveva nella Masonic Review del 1874:

«La chiave di volta di ogni sistema opposto alla Massoneria è il sentimento trascendentale che trasporta gli uomini al di là della vita presente. Finché questo sistema non sia distrutto dal martello della Massoneria, avremo una società di povere creature ingannate, che tutto sacrificano per ottenere la felicità in una esistenza futura».

È un dato di fatto storico comprovato che in qualunque posto i grandi usurai (il comunismo è una creatura dei banchieri) abbiano implementato il comunismo, il martello della Massoneria non sì è mai fermato davanti a niente e nessuno nel perseguitare gli esseri umani, spargendo sangue in ogni dove. Dove questa dottrina assassina non è stata direttamente applicabile, il comunismo si è mosso in funzione della dottrina della Falce; nello specifico, quella portata avanti da Engels, ossia un lavoro lungo e paziente teso a pianificare, organizzare e educare la popolazione mondiale per ottenere la distruzione della religione, della famiglia, della proprietà privata, della potestà genitoriale e molto altro che vedremo più in là. L’applicazione di tale dottrina non è mai avvenuta in maniera univoca, ma diversificata. Cioè due linee di azione fintamente semi opposte: Socialismo da un lato, e Comunismo dall’altro. Uno appare più moderato dell’altro, ma attenzione, solo in apparenza.

Le direttive arrivano sempre dai piani alti, cioè dai vertici bancari dei grandi usurai, i quali sono essi stessi massoni. La simbologia della falce e martello, sempre attenendoci al segreto delle Logge, ha anche un altro significato più profondo, ovvero quello di Rivoluzione Sessuale; una rivoluzione di una violenza inaudita sul piano socioculturale, che fa leva sul sesso funzionale unicamente come strumento di perversione e degenerazione dei popoli. Lo scrittore Artur Landsberger (1876-1933), il quale godeva di grande stima e considerazione da parte di Vladimir Lenin, nel testo intitolato “Asiatici” del 1925, così scriveva:

«Un Paese non è altro che un corpo gigantesco: chi regola le sue funzioni genitali, influenza tutto il corpo e lo riduce in suo potere. Si prende un paese attraverso il suo istinto più sviluppato, allora, quella generazione, senza più ritegno, perderà le sue forze e sarà in preda a un’ebbrezza di cui noi potremo regolarne la durata. Creando sempre nuovi stimoli, sapremo rendere permanete quell’ebbrezza e fare del Paese un’isola di ossessi». Lo stesso Lenin disse che: «Se vogliamo distruggere una nazione, dobbiamo prima distruggere la sua morale; poi ci cadrà in grembo come un frutto maturo. Svegliate l’interesse della gioventù per il sesso e sarà vostra.»

Questi sono solo alcuni contributi in merito delle centinai che si potrebbero fare. Il simbolo della falce e martello nel suo significato di perversione sessuale che poi nei fatti si è tradotta nella Scuola di Francoforte e tutto il resto fino ad arrivare ad oggi, si può desumere dall’interpretazione sulla natura dell’uomo a cui fa riferimento la leggenda di Hiram illustrata da Leon Meurin nel testo intitolato “La framassoneria e la sinagoga di Satana”:

«Questo simbolo non è altro che l’insieme delle lettere G e T, rispettivamente simbolo della “copula tra uomo e donna” e del “culto del fallo”, capovolte e fra loro incrociate e stilizzate sotto le forme di una falce e di un martello per rendere irriconoscibile il loro significato scabroso e immondo.»

Quindi, andando ancora di più nello specifico, la lettera G significa Generazione, cioè i simboli e gli atti dei culti fallici dell’antichità. La falce e martello è l’effige del programma della Massoneria per l’opera di corruzione sistematica dell’intera popolazione; cioè è il simbolo di quella che viene definita come “La seconda tappa nella via del male”, quella dell’uomo che si scaglia contro Dio. Lo scrisse a chiare lettere lo stesso Capo d’Azione politica della Massoneria Universale, il Nubius, in una sua direttiva segreta del 1838 che Henri Delassus divulgò nel saggio intitolato “Il problema dell’ora presente”:

«Ora è deciso nei nostri Consigli che noi non vogliamo più cristiani; dunque, non facciamo martiri, ma propiziamo il vizio nelle moltitudini. Che lo respirino con i cinque sensi, che lo bevano, che se ne saturino.»

Il principio

Molti pensano che il comunismo sia nato per mano di Carl Marx e Friedrich Engels. Niente di più sbagliato. Nell’ottobre del 1786 la polizia bavarese scoprì l’esistenza dell’organizzazione degli Illuminati di Baviera di Johann Adam Weishaupt.

Questo è il principio. Non è mia intenzione raccontare la storia di Weishaupt e degli Illuminati di Baviera (si potrà fare in un articolo a parte) anche perché si deraglierebbe dal percorso che abbiamo iniziato; tuttavia, è fondamentale esporne il fatto storico principale. Quando Carlo Teodoro di Wittelsbach (Carlo IV) principe e conte palatino e Duca ed Elettore di Baviera venne informato dell’accaduto decise di pubblicare un fitto carteggio e moltissimi documenti inerenti all’organizzazione e i suoi scopi.

Nel carteggio era contenuto un programma che in sintesi, era articolato in sei punti:

– Abolizione della monarchia e di ogni altro governo legale;

– Abolizione della proprietà privata;

– Abolizione del diritto di eredità privata;

– Abolizione del patriottismo e della fedeltà militare;

– Abolizione della famiglia, del matrimonio come legame permanente e della moralità familiare; l’educazione dei figli viene affidata alla comunità;

– Abolizione di qualunque religione;

Si noti la coincidenza, con circa settant’anni di anticipo sul Manifesto del Rothschild Carl Marx, fautore di una società in cui l’uomo è ridotto ad una semplice entità anonima e spersonalizzata, la quale si fonde panteisticamente nel collettivo, senza alcuna responsabilità verso sé stesso e gli altri, privo di spirito e intelletto, l’uomo collettivo ideale, l’automa ideale, prodotto del sistema collettivista. Si noti come il carteggio sia il manifesto di tutto ciò che sta accadendo oggi.

Adam Weishaupt e gli Illuminati di Baviera non nascono sugli alberi. Nel 1773 Weishaupt fece il suo primo incontro con Mayer Amschel Rothschild. Insieme elaborarono un piano per intensificare e velocizzare la costruzione del meglio noto “Novus Ordo Seclorum”, già iniziato con la Rivoluzione Protestante, al fine di distruggere il Cristianesimo, la Chiesa romana, a seguire tutte le religioni, dando il via ad una nuova era che lo stesso Agostino Barruel, abbate autore del più grande studio effettuato sugli Illuminati mai prodotto, in uno dei carteggi da lui analizzati, Weishaupt definisce “Luciferina”. Non è un caso che la stessa parola “Illuminati” ricalchi l’etimologia di “Lucifero”, ovvero “il portatore di luce” in chiaro significato esoterico. Gli intenti dell’Ordine degli Illuminati, quindi, era quello di perseguire la dominazione mondiale del patriarca della famiglia Rothschild, dei suoi consociati, e del braccio armato per antonomasia, la massoneria, cercando di raggiungere gli obiettivi menzionati nel carteggio degli Illuminati bavaresi esposto prima.

Stiamo parlando dei grandi banchieri internazionali, i quali crearono, finanziarono e sostennero gli Illuminati, al fine di portare avanti il piano incentrato sui punti esposti. Fallito con loro, ritentarono settant’anni dopo con il nipote di Barent Cohen, un Rothschild, ossia Carl Marx. Il filo conduttore a livello temporale e nei fatti è più che esaustivo.

Ora, se facciamo un passo indietro e pensiamo alla rivoluzione industriale, ci accorgiamo di come questa abbia prodotto grandi cambiamenti all’interno dell’ordine globale, con la conseguente trasformazione delle strutture sociali, del pensiero e delle tradizioni religiose. Non è un caso che, visto quanto abbiamo esposto sino adesso, sia proprio in questo momento storico (grazie anche al seme avvelenato gettato dalla Rivoluzione Protestante) che le fedi tradizionali iniziarono a vacillare. In più, la morale umana ha iniziato a subire un ribaltamento totale, le società sono cadute nel caos. Questa sorta di Ordo Ab Chao celato sotto le mentite spoglie dell’evoluzione, della crescita e dell’innovazione ad ogni livello, sono tra le condizioni storiche che hanno costruito le basi per la nascita del Comunismo.

La Comunistizzazione globale inizia

La grande cavalcata dei “patrioti” della falce e il martello porta al primo vero step della comunistizzazione globale nell’anno 1917 con la Rivoluzione bolscevica. Anche se abbiamo già affrontato nel profondo questo argomento nell’articolo dedicato alla Russia e Vladimir Putin, occorre comunque fare almeno un sunto. Agli inizi del secolo scorso, la Russia dello Zar Nicola II era pesantemente indebitata con il Miglio Quadro londinese della famiglia Rothschild. Questi debiti erano rappresentati, tra gli altri, dai prestiti richiesti dallo Zar Alessandro II per la guerra contro la Turchia nel 1877 – 1878. Nel saggio “Segreto Novecento”, Gian Paolo Pucciarelli così riporta la questione dei debiti della famiglia Zarista nei confronti dei Rothschild:

“Le pretese che lo Zar avanzò a guerra conclusa su Costantinopoli e il Bosforo, furono respinte dal primo ministro britannico Benjamin Disraeli, non solo perché intralciavano le rotte inglesi verso l’India, ma anche perché la Russia risultava insolvente nei confronti dei Rothschild. Ragione per cui lo stesso Disraeli prospettò l’opportunità politica di concedere prestiti contro il rilascio di garanzie reali da parte del successore di Alessandro II, ovvero Alessandro III, risultato por altrettanto inaffidabile. La costituzione “in pegno” di buona parte del tesoro dei Romanov, custodita nelle casse delle Accepting Houses londinesi, faceva peraltro riscontro al successivo ingresso della Russia fra le Potenze dell’Intesa, dopo che Nicola II era stato convinto che un ulteriore aiuto finanziario dei Rothschild (secondo le procedure e le clausole sopra descritte) gli sarebbe stato necessario per potenziare un esercito sufficiente a fronteggiare la presunta minaccia degli Imperi Centrali. Visto poi che lo Zar continuava ad essere insolvente anche per gli esiti nefasti della guerra russo- giapponese, Londra (o meglio, le Filiali londinesi dell’Investment Banking) predisponevano il gigantesco tranello di cui sarebbero state vittime lo stesso Zar e il popolo russo. Non prima però che si fosse resa politicamente giustificabile quella guerra totale da tempo prevista per ‘salvare’ i governi europei dalla bancarotta”. Questo passaggio ci fa capire esattamente come certe dinamiche dei grandi banchieri internazionali fossero già ben consolidate all’epoca, cosa mancava allora al loro piano cospirativo per il raggiungimento del dominio globale? Una rivoluzione in terra “straniera”.

Non va comunque dimenticato che il primo tentativo di rivoluzione bolscevica avvenne già nel 1905, ma le condizioni per un suo successo ancora erano lontane dall’essere favorevoli ai grandi usurai. Sostanzialmente, tra il 1905 e il 1920, sulla base di un piano ben congegnato dal miglio quadro londinese, i flussi di denaro a favore dei “rivoluzionari” bolscevichi avvennero attraverso la Kun & Loeb Company di New York, Jacob Shiff e Olof Aschberg (fondatore della Nya Banken di Stoccolma, poi rinominata Svensk Ekonomiebolaget) che andavano a braccetto con Alexander “Parvus” Helphand, teorico marxista, pubblicista e attivista del partito socialdemocratico tedesco; la famiglia dei banchieri Warburg capitanati dai fratelli Paul e Felix.

I beneficiari? Vladimir Ilich Ulianov detto Lenin; Lev Trozky, il cui vero nome è Brounstein che è tedesco e non russo; la Croce Rossa Americana, la quale, nel 1919 inviò una delegazione a Mosca, finanziata da William B. Thomson direttore della Federal Reserve di New York. Dopo la rivoluzione in Russia nel 1917, l’Internazionale Comunista, conosciuta anche come “Terza Internazionale” (Comintern) si impegnò a portare la rivoluzione in tutto il mondo. Il Partito Comunista degli Stati Uniti è stato fondato nel 1919, mentre il Partito Comunista Cinese (PCC) nel 1921. Le sovvenzioni da parte dei grandi usurai a favore dei diversi partiti comunisti sono ben documentate da Gary Allen e Antony Cyril Sutton (e non solo) di cui troverete le opere nella bibliografia.

Nel 1949, il PCC ha preso il potere con la forza in Cina. L’Unione Sovietica e il PCC governavano un terzo della popolazione mondiale. Ma cosa è accaduto realmente in Cina? Lo spieghiamo attraverso le parole di Jüri Lina, tratte dal saggio storico/investigativo intitolato “Under The Sign of The Scorpion”:

«Gli Stati Uniti hanno creato, finanziato, sostenuto (e tutt’ora sostengono) il comunismo in Cina. Ciò è stato possibile grazie a coloro che stanno dietro le quinte, anche attraverso Mosca, sia direttamente che indirettamente. Già negli anni ’20 diversi funzionari di alto rango si recarono in Cina per implementare il comunismo in varie aree. Tra questi “consiglieri” vi erano Adolf Yoffe, Michael Borodin (vero nome: Jakob Grusenberg, fondatore del Partito Comunista in Messico nel 1919), Bela Kun, Enrique Fischer (vero nome Heinz Neumann) e Vasili Bluecher (Galen-Chesin), che divenne responsabile di raccapriccianti atrocità contro il popolo cinese. Un altro funzionario sovietico era Anatoli Gekker, il quale manovrò da dietro le quinte i leader comunisti fantoccio Damdin Sukhkhe-Bator e Khorlogin Choibalsan in Mongolia nel 1922, per poi divenire commissario politico per le regioni comuniste della Cina nel 1924. Il comunismo, tra l’altro, fu introdotto in Mongolia nel 1921. V. Levichev e Yan Gamarnik, guidarono l’Armata Rossa cinese I grandi banchieri internazionali che dirigevano tutta l’orchestra, amarono i cinesi con armi sovietiche (la stessa manovra che i Rockefeller utilizzarono realizzare profitti con le armi per l’esercito vietnamita, costruito con materiali e tecnologie occidentali, ed assemblate in URSS – Vedasi la legge approvata il 13 ottobre 1966 dal Congresso inerente commercio estero per materiali strategici e non strategici). Tornando a noi, tra i protagonisti per ciò che riguarda la cina, vi erano Sun Yatsen (Sun Yixian) eminente massone così come anche Chiang Kaishek (Jiang Jieshi) il quale cooperò con i comunisti all’inizio. Era un massone di 33° grado (di rito scozzese) che in seguito si allontanò e divenne un “simbolo” della Cina borghese. Gli Stati Uniti, per ordine dei poteri occulti, chiesero ai giapponesi di smettere di combattere i comunisti cinesi tra il 1937 e il 1945. E così, il “governo” americano tradì il fronte anticomunista di Chiang Kaishek nell’autunno del 1948. Il generale George C. Marshall, allora segretario di stato, chiese che Chiang Kaishek ammettesse i comunisti nel suo governo. Marshall era stato l’inviato speciale del presidente Truman (membro del CFR) in Cina ed era noto per per aver affermato a più riprese che i comunisti erano brave persone, ma Chiang Kaishek si rifiutò di obbedire. Questo rifiuto era tutto ciò di cui gli americani e il potere dietro le quinte avevano bisogno e Chiang Kaishek rimase senza aiuti. Nel frattempo, il “caso” ha voluto che proprio in quel periodo aumentò il sostegno (e i finanziamenti) per Mao Zedong (gli aiuti ai comunisti cinesi passavano per Mosca). Il 31 gennaio 1949, i comunisti sui carri armati americani entrarono a Pechino e il 31 ottobre fu ufficialmente proclamata la Repubblica popolare cinese. La guerra civile si è conclusa dopo aver causato 20 milioni di vittime. L’anno successivo gli la stampa americana, tutta controllata dal potere dietro quinte, affermò che Mao Zedong aveva preso le distanze dalla dittatura e aveva cercato di introdurre la democrazia. Ovviamente questa era una bugia, ma avevano bisogno di mostrare una buona immagine dei comunisti cinesi per cominciare ad abituare l’Occidente, esattamente come facevano con i russi. Ostilità solo di facciata. Tutto questo era stato pianificato già alla Conferenza di Potsdam nell’estate del 1945, come ampiamente comprovato da Gary Allen. Gli Stati Uniti, per ordine sempre dello stesso potere occulto, hanno nascosto il proprio ruolo in tutto questo processo.  La conferma, per altro, arriva anche dal rappresentante dall’ex rappresentante del Dipartimento di Stato, Owen Lattimore, il quale così si espresse: ‘Il problema era come permettere a loro [la Cina] di cadere senza far sembrare che gli Stati Uniti li avessero spinti’. La Cina è oggi un’area disastrata ambientale. La zona più infame dell’inquinamento industriale, in Russia e nell’Europa orientale sembrano riserve naturali al confronto. Ci sono città come Benxi (forse la città più sporca del mondo) dove muoiono di cancro cinesi di 25 anni. Mao aveva dietro di sé i grandi banchieri internazionali e i loro fedelissimi sodali, esattamente come accade oggi. Tra questi, vi era Sidney Rittenberg (terza immagine), che ha lavorato per Mao dal 1946 al 1976 Del resto, come dimenticare le parole di David Rockefeller contenute nelle sue memorie: “La Cina di Mao è stato il nostro più grande esperimento meglio riuscito”. I sodali dei banchieri al servizio di Mao Furono chiamati “i consiglieri volontari”. Mao uccise 46.000 persone istruite nella sua campagna contro l’intelligence lectuals nel 1957. Il numero di tali vittime sarebbe poi aumentato. 43 milioni di persone sono morte di fame durante un periodo di tre anni in connessione con il “Grande balzo in avanti”. Altri due milioni furono assassinati. Le “riforme” agricole avevano precedentemente ucciso 1,5 milioni di proprietari terrieri. Durante la rivoluzione culturale, le Guardie Rosse perseguitarono cento milioni di persone, di cui sono morte circa la metà. In seguito, venne alla luce che il numero delle vittime del comunismo in Cina era di 140 milioni. Dopo il massacro di piazza Tienanmen nel 1989, quando il potere dietro le quinte ordinò a Washington di imporre sanzioni ufficiali contro Pechino, le grandi corporations americane e occidentali continuarono a vendere i loro prodotti in Cina ed a conquistarne economia e territorio come se non fosse successo niente. Le sanzioni non sono state osservate; erano solo un paravento che doveva alimentare la storia di facciata dei falsi opposti” (esattamente come accade oggi).»

A questo proposito vorrei aggiungere le parole di David Rockefeller:

«La Cina è stato il nostro più grande esperimento meglio riuscito della storia e sarà da esempio per il futuro.»

La violenza del Comunismo non è qualcosa che riguarda solamente un dittatore burattino pagato dai lorsignori che si diverte a massacrare la gente; no, è qualcosa di molto più grande e subdolo. Essa minaccia tutta l’umanità, ma la maggior parte delle persone nel mondo occidentale sottovaluta il pericolo rappresentato dagli elementi non violenti del Comunismo stesso, i quali si sviluppano in maniera silente all’interno delle rispettive società. Oltre alle infiltrazioni dalla Russia, ogni sorta di ideologie e movimenti paracomunisti (ivi compresa la società fabiana e la socialdemocrazia) si sono inseriti in Occidente, all’interno dei governi, del mondo degli affari, dell’educazione e della cultura. Pensiamo alla controcultura dilagante in Occidente a partire dagli anni ’60, alla Rivoluzione culturale cinese, tutti esempi lampanti delle conseguenze dell’esportazione del comunismo nel mondo.

Oggi ne vediamo i risultati.  Successivamente alla “caduta” del muro di Berlino e dell’Unione Sovietica, i più hanno festeggiato. Tuttavia, in pochi si sono resi conto che il Comunismo non era affatto morto, ma stava assumendo nuove sembianze, nel tentativo di passare allo step successivo: la comunistizzazione globale. Come? Con la Perestroika, la quale non è stata altro che un chiaro esempio di Grande Reset, uno dei più grandi falsi miti della storia.

A tal proposito risulta fondamentale la lettura di “Perestroika Deception” di Anatoliy Mikhaylovich Golitsyn, ex membro del dipartimento di pianificazione strategica del KGB con il grado di maggiore, poi divenuto disertore, il quale documenta con assoluta accuratezza e precisione quale fosse il vero piano dietro la Perestroika.

Partiamo dalle parole pronunciate dall’operativo dell’Agenda Michail Gorbačëv nel 1986 riportate dallo stesso Golitsyn nel suo libro:

“L’essenza della strategia è introdurre una falsa democratizzazione calcolata e controllata e far rivivere un regime screditato, dandogli un aspetto attraente e un volto umano. Il suo obiettivo strategico è generare sostegno, buona volontà e simpatia in Occidente e sfruttare questa simpatia per plasmare nuovi atteggiamenti e nuove realtà politiche che favoriscano gli interessi russi”.

Altri obiettivi sono quello di indebolire e isolare i partiti politici tradizionali e relativi leader, in particolare i conservatori in Occidente e quello di dare forma a nuovi atteggiamenti verso l’Iniziativa di difesa strategica, il bilancio e le forze armate sulla premessa che, riporta così l’autore

“Il nuovo regime che è emerso in URSS è liberale e non rappresenta più alcuna minaccia per nessuno. Dato l’effetto sorpresa, la strategia può avere grande successo. Le possibili implicazioni di una mancata comprensione dell’essenza di questa strategia sarebbero dannose per tutti. Il probabile impatto sull’Occidente di un tale risveglio russo sarebbe uguale o maggiore di quello della Rivoluzione d’Ottobre”.

Golitsyn, poi, prosegue ancora:

“Il nuovo metodo applica il pensiero leninista creativo all’analisi della Soviet strategia. Il pensiero leninista, liberato dai dogmi e dagli stereotipi stalinisti, continua ad essere una delle principali fonti di ispirazione nell’approccio strategico sovietico ai problemi nazionali e internazionali. Il nuovo metodo accresce il pensiero leninista prendendo in considerazione tre ulteriori fattori nella sua analisi: l’introduzione da parte di Vladimir Lenin di una forma limitata di capitalismo nel sistema sovietico negli anni ’20 per rafforzare la spinta alla rivoluzione comunista mondiale; la creazione da parte di Felix Dzerzhinskiy della GPU 1 – opposizione politica controllata – nell’URSS nello stesso periodo e la sua introduzione ai servizi di intelligence occidentali e allo stato maggiore per l’inganno politico strategico, ossia gli anni di esperienza sovietica nell’applicazione della strategia culminata nella Perestrojka”.

E ancora, Golitsyn si spinge oltre:

“Lo sviluppo e l’esecuzione della strategia per un periodo di trent’anni ha rafforzato il nostro potere militare, politico ed economico, grazie soprattutto agli aiuti d’oltreoceano. L’attuazione della strategia poi, ha ampliato la base politica del Partito Comunista nella Russia e nelle altre Repubbliche nazionali. Il nuovo metodo vede la Perestrojka non come un cambiamento sorprendente e spontaneo, ma come il logico risultato di trent’anni di preparazione e come la fase successiva e finale della strategia che la vede in un contesto più ampio di quello della semplice apertura sovietica al mondo. La vede non solo come un rinnovamento della società sovietica, ma come una strategia globale, un progetto di ristrutturazione dell’intero mondo capitalista. Si possono distinguere i seguenti obiettivi strategici della Perestrojka:

Per l’URSS, ristrutturazione e rivitalizzazione dell’economia socialista sovietica attraverso l’incorporazione di alcuni elementi dell’economia di mercato; ristrutturazione del regime stalinista in una forma di ‘democrazia comunista’ con un’apparenza di pluralismo politico (democratismo); ricostruire un regime repressivo dal volto brutale in un attraente modello socialista con una facciata umana e un’apparente somiglianza con il sistema socialdemocratico svedese. Per l’Europa occidentale, realizzazione di una nuova alleanza politica tra i regimi pseudo socialdemocratici dell’URSS e dell’Europa orientale e anche tra i partiti eurocomunisti quelli socialdemocratici dell’Europa occidentale; ristrutturazione dei blocchi politici e militari – la NATO e il Patto di Varsavia – e la creazione di un’Europa unica dall’Atlantico agli Urali, incorporando una Germania riunificata. Per gli Stati Uniti: ristrutturare lo status quo militare, politico, economico e sociale per favorire una maggiore convergenza tra i sistemi sovietico e americano e la creazione di un unico Governo Mondiale. L’obiettivo globale: indebolire e neutralizzare l’ideologia anticomunista e l’influenza degli anticomunisti nella vita politica negli Stati Uniti, nell’Europa occidentale e altrove, presentandoli come sopravvissuti anacronistici della guerra fredda”. Golitsyn poi, tiene a precisare una cosa fondamentale sull’élite che governa il mondo, ovvero gli Insiders:” l’élite è l’autorità suprema su cui poggia la posizione di Eltsin, Gorbachev, Rutskoi e Khasbulatov e tutti gli altri e di tutta la struttura statale e politica russa: provvede la dirigenza collettiva del presidente e per quanto tempo quest’ultimo dovrà svolgere il suo ruolo”.

Volendo tracciare un primo bilancio di questo viaggio, viene proprio da dirlo…

Non avrai nulla e sarai felice.

Fine prima parte.


Continua…


https://fox-allen.com/2024/05/25/comunistizzazione-globale-parte-i/

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