type='text/javascript'/>Donate window.setTimeout(function() { document.body.className = document.body.className.replace('loading', ''); }, 10); Infodatasets di Cinzia Palmacci. Il blog del cittadino informato : novembre 2023

Informazioni personali mio CV C:\Users\pc\Documents\Banca dati Curricula Formez PA.html CV aggiornat

giovedì 30 novembre 2023

OCSE: CRESCITA GLOBALE ATTESA AL 2,7% NEL 2024 (DA 2,9%), AL 3% NEL 2025 (RCO)


Per l'Eurozona previsto +0,6% quest'anno, +0,9% il prossimo (Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Milano, 29 nov - "La crescita del Pil globale e' prevista in rallentamento al 2,7% nel 2024, rispetto al 2,9% di quest'anno, prima di aumentare leggermente al 3% nel 2025, con il recupero della crescita del reddito reale e l'inizio della riduzione dei tassi di interesse'. E' quanto prevedono gli esperti dell'Ocse nell'outlook economico pubblicato oggi. A settembre l'Ocse aveva previsto una crescita del 3% quest'anno e una riduzione del tasso al 2,7% nel 2024. 'Si prevede che persista nel breve termine una crescente divergenza tra le economie - recita il rapporto dell'istituzione di Parigi - con una crescita nelle economie dei mercati emergenti generalmente piu' resiliente rispetto a quella nelle economie avanzate, e con una crescita in Europa relativamente contenuta rispetto a quella in Nord America e nelle principali economie asiatiche.


L'inflazione annuale dei prezzi al consumo nelle economie del G20 e' attesa in ulteriore riduzione con pressioni sui costi che dovrebbero scendere al 5,8% nel 2024 e al 3,8% nel 2025, dal 6,2% nel 2023. Entro il 2025, ci si aspetta che l'inflazione tornera' al target nella maggior parte delle principali economie'. Per quanto riguarda le economie che fanno parte dell'Ocse, la traiettoria di crescita e' dell'1,7% nel 2023, dell'1,4% nel 2024 e dell'1,8% nel 2025.


Per l'Eurozona l'Ocse prevede +0,6% quest'anno, +0,9% il prossimo e +1,5% nel 2025. Maggiore il tasso di crescita atteso negli Stati Uniti, rispettivamente del 2,4%, dell'1,5% e dell'1,7% nell'arco del triennio previsionale.

Tasso di inflazione programmata (TIP)


Il Dipartimento del Tesoro pubblica periodicamente il tasso d’inflazione programmata, che viene riportato nei documenti programmatici e in particolare nel Documento di economia e finanza (Def) e, se necessario, aggiornato nella successiva nota di aggiornamento (Nadef) . Il tasso di inflazione programmata (tip) costituisce un parametro di riferimento per l’attualizzazione di poste di bilancio e di emolumenti fissati per legge, ad esempio appalti pubblici, affitti, assegni familiari, rette mense scolastiche, ecc.. Risulta, inoltre, alla base degli aggiornamenti del canone Rai, delle tariffe idriche e dei rifiuti, delle tariffe autostradali (per le concessionarie diverse da Autostrade spa per la quale invece nella formula di aggiornamento è considerata l’inflazione reale) ed entra nella Definizione dei premi r.c. auto (rappresenta, infatti, la soglia di incremento oltre la quale l’assicurato può non rinnovare il contratto alla scadenza).

In passato, a seguito degli accordi sui redditi del 1993, il tasso di inflazione programmata (tip) è stato lo strumento per l’adeguamento dei salari all’inflazione in sede di rinnovo contrattuale. Dal 2009 il tasso di inflazione programmato non è più utilizzato per i rinnovi contrattuali. A fine gennaio 2009, con la Definizione dell’accordo quadro sulla riforma degli assetti contrattuali siglato da governo e parti sociali, è stato stabilito che la dinamica degli effetti economici sia legata ad un indicatore costruito sulla base dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo (ipca) depurato della dinamica dei prezzi dei beni energetici importati. La stima dell’ipca al netto degli energetici importati è pubblicata dall’Istat (fino al 31 dicembre 2010 è stata pubblicata dall’Isae) ogni anno nel mese di maggio.

TASSO D'INFLAZIONE PROGRAMMATO E PREZZI AL CONSUMO PER LE FAMIGLIE DI OPERAI ED IMPIEGATI (F.O.I. - esclusi i tabacchi)ANNOTASSO DI INFLAZIONE PROGRAMMATO (VARIAZIONI PERCENTUALI IN MEDIA D'ANNO)NOTEPREZZI AL CONSUMO F.O.I. - ESCLUSI I TABACCHI (VARIAZIONI PERCENTUALI IN MEDIA D'ANNO)SCOSTAMENTO
(PUNTI PERCENTUALI)
2024 2,3 (o)
2023 5,6 (n)
2022 7,1 (m) 8,1 1,0
2021 0,5 (l) 1,9 1,4
2020 -0,2 (k) -0,3 -0,1
2019 1,2 (j) 0,5 -0,7
2018 1,0 (i) 1,1 0,1
2017 1,2 (h) 1,1 -0,1
2016 0,2 (g) -0,1 -0,3
2015 0,2 (g) -0,1 -0,3
2014 0,2 (f) 0,2 -
2013 1,5 1,1 -0,4
2012 1,5 3,0 1,5
2011 2,0 (e) 2,7 0,7
2010 1,5 1,6 0,1
2009 0,7 (d) 0,7 -
2008 1,7 3,2 1,5
2007 2,0 1,7 -0,3
2006 1,7 2,0 0,3
2005 1,6 1,7 0,1
2004 1,7 2,0 0,3
2003 1,4 2,5 1,1
2002 1,7 2,4 0,7
2001 1,7 2,7 1,0
2000 2,3 (c) 2,6 0,3
1999 1,3 (b) 1,6 0,3
1998 1,8 1,8 -
1997 2,5 1,7 -0,8
1996 3,5 3,9 0,4
1995 4,2 (a) 5,4 1,2
1994 3,5 3,9 0,4
1993 3,5 4,2 0,7
1992 4,5 5,4 0,9
1991 5,8 6,4 0,6
1990 5,0 6,1 1,1
1989 5,8 6,6 0,8
1988 4,5 5,0 0,5
1987 4,0 4,6 0,6
1986 6,0 6,1 0,1
1985 7,0 8,6 1,6
1984 10,0 10,6 0,6
1983 13,0 15,0 2,0
1982 16,0 16,3 0,3

(a) Il tasso di inflazione programmato per il 1995 è stato modificato in sede di "Relazione sull'andamento dell'economia nel 1994 e aggiornamento per le previsioni del 1995".

(b) Il tasso di inflazione programmato per il 1999 è stato modificato in sede di “Relazione sull’andamento dell’economia nel 1998 e aggiornamento per le previsioni del 1999”.

(c) Il tasso di inflazione programmato per il 2000 è stato modificato dall’1,2% al 2,3% in sede di "Documento di programmazione economico-finanziaria per gli anni 2001-2004" (giugno 2000).

(d) I tassi programmati di inflazione per il periodo 2009-2010 sono stati rivisti in sede di “Relazione unificata sull’economia e la finanza pubblica” (aprile 2009).

(e) Il tasso di inflazione programmato per il 2011 è stato modificato dall’1,5% al 2,0% in sede di presentazione della "Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza - Def 2011" (settembre 2011).

(f) Il tasso di inflazione programmato è stato rivisto dall’1,5% allo 0,2% per il 2014 e dall'1,5% allo 0,6% per il 2015 in sede di presentazione della "nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza - Def 2014" (settembre 2014). Il tasso di inflazione programmato per il 2015 è stato rivisto dallo 0,6% allo 0,3% in sede di presentazione del "Documento di economia e finanza - Def 2015" (aprile 2015), e confermato nella "Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza - Def 2015" (settembre 2015).

(g) Il tasso di inflazione programmato è stato rivisto dallo 0,3% allo 0,2% per il 2015 e dall'1,0% allo 0,2% per il 2016 in sede di presentazione del "Documento di economia e finanza - Def 2016" (aprile 2016), rispetto alla "nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza - Def 2015" (settembre 2015).

(h) Il tasso di inflazione programmato è stato rivisto dall'1,5% allo 0,9% per il 2017 in sede di presentazione della "Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza - Def 2016" (settembre 2016) rispetto al "Documento di economia e finanza - Def 2016" (aprile 2016). In seguito è stato rivisto dallo 0,9% all'1,2% per il 2017 in sede di presentazione del "Documento di Economia e Finanza - Def 2017" (aprile 2017) rispetto alla "Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza - Def 2016” (settembre 2016) .

(i) Con la presentazione del Def 2017 (aprile 2017) è stato inserito il tasso di inflazione programmato per il 2018 pari all'1,7%, la cui stima è stata confermata anche in sede di Nota di Aggiornamento del Def (settembre 2017). Con la presentazione del successivo "Documento di Economia e Finanza - Def 2018" (aprile 2018) è stato rivisto il tasso di inflazione programmato per il 2018 all'1,0% dall'1,7 % della "nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza - Def 2017" (settembre 2017).

(j) Con la presentazione della Nadef 2018 (settembre 2018) è stato inserito il tasso di inflazione programmato per il 2019 pari all'1,2%.

(k) Con la presentazione del DBP 2020 (ottobre 2019) è stato inserito il tasso di inflazione programmato per il 2020 pari allo 0,8%. Il tasso di inflazione programmata per il 2020 è stato rivisto dallo 0,8% al -0,2% con la presentazione del "Documento di Economia e Finanza - DEF 2020" (aprile 2020).

(l) Con la presentazione della NADEF 2020 (ottobre 2020) è stato inserito il tasso di inflazione programmato per il 2021 pari a 0,5%.

(m) Con la presentazione della NADEF 2021 (settembre 2021) è stato inserito il tasso di inflazione programmata per il 2022 pari a 1,5%. Il tasso di inflazione programmata per il 2022 è stato rivisto dall'1,5% al 5,4% con la presentazione del "Documento di Economia e Finanza - DEF 2022" (aprile 2022). Con la pubblicazione della NADEF 2022 (settembre 2022 ), il tasso di inflazione programmata è stato rivisto al 7,1% dal 5,4%.

(n) Con la presentazione della NADEF 2022 (settembre 2022) è stato inserito il tasso di inflazione programmata per il 2023 pari a 4,3%. Il tasso di inflazione programmata per il 2023 è stato rivisto dal 4,3% al 5,4% con la presentazione del "Documento di Economia e Finanza - DEF 2023" (aprile 2023). Con la pubblicazione della NADEF 2023 (settembre 2023), il tasso di inflazione programmata per il 2023 è stato rivisto al 5,6% dal 5,4%.

(o) Con la pubblicazione della NADEF 2023 (settembre 2023), è stato inserito il tasso di inflazione programmata per il 2024 pari al 2,3%.


Fonte: Per i tassi effettivi: elaborazioni su dati Istat. Per i tassi programmati: documenti programmatici (RPP, RUEF, DPEF, DEF e Nota di aggiornamento del DEF, DPB).

EUROZONA, INFLAZIONE ANCORA IN CALO A NOVEMBRE

                                 News Image







L'andamento dell'inflazione europea secondo i dati Eurostat, in area euro e nell'unione, mese per mese nel 2023.

IL DATO DI NOVEMBRE 2023 

L'Eurostat ha diffuso il dato finale sull'andamento dei prezzi al consumo in area euro a novembre 2023.

L'inflazione nell'area euro ha registrato un incremento annuale del 2,4%, rispetto al +2,9% di ottobre e al +10,1% dello stesso mese del 2022. Il consesus degli analisti indicava un aumento del 2,7%. La componente cibo, alcolici e tabacco ha avuto la più rapida crescita (+6,9% rispetto a novembre 2022).

Su base mensile i prezzi al consumo nell'area euro hanno registrato un calo dello 0,5%.

Il dato core (che esclude cibo, energia, alcol e tabacco) ha evidenziato un incremento del 3,6% su base annuale.


Il grafico dell'andamento dell'inflazione in area euro a novembre 2023 (elaborazione SoldiOnline su dati Eurostat):



IL DATO DI OTTOBRE 2023 (FINALE)

L'Eurostat ha diffuso il dato finale sull'andamento dei prezzi al consumo in area euro a ottobre 2023.

L'inflazione nell'area euro ha registrato un incremento annuale del 2,9%, rispetto al +4,3% di settembre e al +10,6% dello stesso mese del 2022. Il dato ha confermato la stima preliminare. La componente cibo, alcolici e tabacco ha avuto la più rapida crescita (+7,4% rispetto a ottobre 2022).

Su base mensile i prezzi al consumo nell'area euro hanno registrato un aumento dello 0,1%.

Il dato core (che esclude cibo, energia, alcol e tabacco) ha evidenziato un incremento del 4,2% su base annuale.


IL DATO DI SETTEMBRE 2023 (FINALE)

L'Eurostat ha diffuso il dato finale sull'andamento dei prezzi al consumo in area euro a settembre 2023.

L'inflazione nell'area euro ha registrato un incremento annuale del 4,3%, rispetto al +5,2% di agosto e al +9,9% dello stesso mese del 2022. Il dato ha confermato la stima preliminare diffusa nei giorni scorsi. La componente cibo, alcolici e tabacco ha avuto la più rapida crescita (+8,8% rispetto a settembre 2022).

Su base mensile i prezzi al consumo nell'area euro hanno registrato un aumento dello 0,3%.

Il dato core (che esclude cibo, energia, alcol e tabacco) ha evidenziato un incremento del 4,5% su base annuale.


IL DATO DI AGOSTO 2023 (FINALE)

L'Eurostat ha diffuso il dato finale sull'andamento dei prezzi al consumo in area euro ad agosto 2023.

L'inflazione nell'area euro ha registrato un incremento annuale del 5,2%, rispetto al +5,3% di luglio e al +9,1% dello stesso mese del 2022. Il dato è stato inferiore all'indicazione preliminare (+5,3%) diffusa nei giorni scorsi. La componente cibo, alcolici e tabacco ha avuto la più rapida crescita (+9,7% rispetto ad agosto 2022).

Su base mensile i prezzi al consumo nell'area euro hanno registrato un aumento dello 0,5%.

Il dato core (che esclude cibo, energia, alcol e tabacco) ha evidenziato un incremento del 5,3% su base annuale.


IL DATO DI LUGLIO 2023 (FINALE)

L'Eurostat ha diffuso il dato finale sull'andamento dei prezzi al consumo in area euro a luglio 2023.

L'inflazione nell'area euro ha registrato un incremento annuale del 5,3%, rispetto al +5,5% di giugno e al +8,9% dello stesso mese del 2022. Il dato ha confermato l'indicazione preliminare. La componente cibo, alcolici e tabacco ha avuto la più rapida crescita (+10,8% rispetto a luglio 2022).

Su base mensile i prezzi al consumo nell'area euro hanno registrato un calo dello 0,1%.

Il dato core (che esclude cibo, energia, alcol e tabacco) ha evidenziato un incremento del 5,5% su base annuale.


IL DATO DI GIUGNO 2023 (FINALE)

L'Eurostat ha diffuso il dato finale sull'andamento dei prezzi al consumo in area euro a giugno 2023.

L'inflazione nell'area euro ha registrato un incremento annuale del 5,5%, rispetto al +6,1% di maggio e al +8,6% dello stesso mese del 2022. Il dato ha confermato l'indicazione preliminare. La componente cibo, alcolici e tabacco ha avuto la più rapida crescita (+11,6% rispetto a giugno 2022).

Su base mensile i prezzi al consumo nell'area euro hanno registrato un aumento dello 0,3%.

Il dato core (che esclude cibo, energia, alcol e tabacco) ha evidenziato un incremento del 5,5% su base annuale.


IL DATO DI MAGGIO 2023 (FINALE)

L'Eurostat ha diffuso il dato finale sull'andamento dei prezzi al consumo in area euro a maggio 2023.

L'inflazione nell'area euro ha registrato un incremento annuale del 6,1%, rispetto al +7% di aprile e al +8,1% dello stesso mese del 2022. Il dato ha confermato l'indicazione preliminare. La componente cibo, alcolici e tabacco ha avuto la più rapida crescita (+12,5% rispetto a maggio 2022).

Su base mensile i prezzi al consumo nell'area euro hanno registrato una variazione nulla.

Il dato core (che esclude cibo, energia, alcol e tabacco) ha evidenziato un incremento del 5,3% su base annuale.


IL DATO DI APRILE 2023 (FINALE)

L'Eurostat ha diffuso il dato finale sull'andamento dei prezzi al consumo in area euro ad aprile 2023.

L'inflazione nell'area euro ha registrato un incremento annuale del 7,0%, rispetto al +6,9% di marzo e al +7,4% dello stesso mese del 2022. Il dato ha confermato l'indicazione preliminare diffusa nei giorni scorsi. La componente cibo, alcolici e tabacco ha avuto la più rapida crescita (+13,5% rispetto ad aprile 2022).

Su base mensile i prezzi al consumo nell'area euro hanno registrato un aumento dello 0,6%.

Il dato core (che esclude cibo, energia, alcol e tabacco) ha evidenziato un incremento del 5,6% su base annuale.


IL DATO DI MARZO 2023 (FINALE)

L'Eurostat ha diffuso il dato finale sull'andamento dei prezzi al consumo in area euro a marzo 2023.

L'inflazione nell'area euro ha registrato un incremento annuale del 6,9%, rispetto al +8,5% di febbraio e al +7,4% dello stesso mese del 2022. Il dato ha confermato l'indicazione preliminare diffusa nei giorni scorsi. La componente cibo, alcolici e tabacco ha avuto la più rapida crescita (+15,5% rispetto a marzo 2022).

Su base mensile i prezzi al consumo nell'area euro hanno registrato un aumento dello 0,9%.

Il dato core (che esclude cibo, energia, alcol e tabacco) ha evidenziato un incremento del 5,7% su base annuale.


IL DATO DI FEBBRAIO 2023 (FINALE)

L'Eurostat ha diffuso il dato finale sull'andamento dei prezzi al consumo in area euro a febbraio 2023.

L'inflazione nell'area euro ha registrato un incremento annuale dell'8,5%, rispetto al +8,6% di gennaio e al +5,9% dello stesso mese del 2022. Il dato ha confermato l'indicazione preliminare diffusa nei giorni scorsi. Rispetto agli scorsi mesi mesi è la componente cibo, alcolici e tabacco ad aver avuto la più rapida crescita (+15% rispetto a febbraio 2022).

Su base mensile i prezzi al consumo nell'area euro hanno registrato un aumento dello 0,8%.

Il dato core (che esclude cibo, energia, alcol e tabacco) ha evidenziato un incremento del 5,6% su base annuale.


IL DATO DI GENNAIO 2023 (FINALE)

L'Eurostat ha diffuso il dato finale sull'andamento dei prezzi al consumo in area euro a gennaio 2023.

L'inflazione nell'area euro ha registrato un incremento annuale dell'8,6%, rispetto al +9,2% di dicembre e al +5,1% dello stesso mese del 2022. Il dato è stato leggermente superiore alla stima preliminare diffusa nei giorni scorsi (+8,5%). Come avviene ormai da mesi è la componente energetica ad aver avuto la più rapida crescita (+18,9% rispetto a gennaio 2022).

Su base mensile i prezzi al consumo nell'area euro hanno registrato una contrazione dello 0,2%.

Il dato core (che esclude cibo, energia, alcol e tabacco) ha evidenziato un incremento del 5,3% su base annuale.


COS'E' L'INFLAZIONE

Il tasso di inflazione, chiamato anche indice dei prezzi al consumo, misura l'aumento continuo e generalizzato del livello medio generale dei prezzi di beni e servizi. Tale incremento genera una diminuzione del potere d'acquisto della moneta. In altre parole, in presenza di inflazione, con una determinata quantità di moneta si potranno acquistare, nel tempo, una quantità sempre minore di beni e servizi.

Ma come si misura l'inflazione? Si calcola mensilmente il valore di un insieme prefissato di beni e servizi, il cosiddetto “paniere”, e se ne misura la variazione.

Tutti gli enti di statistica, solitamente, diffondono una stima flash dell'inflazione e, successivamente, la lettura definitiva.


PREZZI AL CONSUMO (DATI PROVVISORI) - NOVEMBRE 2023

Secondo le stime preliminari, nel mese di novembre 2023 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registra una diminuzione dello 0,4% su base mensile e un aumento di 0,8% su base annua, da +1,7% del mese precedente.

(clicca grafico)

La decelerazione del tasso di inflazione si deve prevalentemente ai prezzi degli Energetici, sia non regolamentati (da -17,7% a -22,5%) sia regolamentati (da -31,7% a -36,0%), e, in misura minore, al rallentamento degli Alimentari lavorati (da +7,3% a +6,3%), dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +5,5% a +4,6%) e dei Servizi relativi ai trasporti (da +4,0% a +3,5%). Tali effetti risultano solo in parte compensati dall’accelerazione dei prezzi degli Alimentari non lavorati (da +4,9% a +5,8%).

L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi continua anch’essa a rallentare (da +4,2% a +3,6%), così come quella al netto dei soli beni energetici (da +4,2%, registrato a ottobre, a +3,7%).

Dopo essersi annullata a ottobre, la dinamica tendenziale dei prezzi dei beni scende su valori negativi (a -1,3%), mentre quella dei servizi rimane su valori positivi, sebbene in ulteriore rallentamento (da +4,1% a +3,7%), determinando un ampliamento del differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni (+5,0 punti percentuali, dai +4,1 di ottobre).

Continuano a rallentare in termini tendenziali i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +6,1% a +5,8%) e quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +5,6% a +4,8%).

La diminuzione congiunturale dell’indice generale si deve principalmente ai prezzi degli Energetici non regolamentati (-3,8%), di quelli regolamentati (-2,4%), dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (-1,3%) e dei Servizi relativi ai trasporti (-0,7%); tali effetti sono stati solo in parte compensati dall’incremento dei prezzi degli Alimentari non lavorati (+0,9%) e lavorati (+0,6%).

L’inflazione acquisita per il 2023 è pari a +5,7% per l’indice generale e a +5,1% per la componente di fondo.

In base alle stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) diminuisce dello 0,4% su base mensile e aumenta di 0,7% su base annua (in ulteriore decelerazione da +1,8% di ottobre).
Il commento

A novembre, secondo le stime preliminari, l’inflazione scende a 0,8%, valore che non si registrava da marzo 2021. L’ulteriore calo del tasso di inflazione risente ancora del favorevole andamento dei prezzi dei Beni energetici, che a novembre evidenziano una netta flessione sul piano congiunturale. Un contributo al rallentamento dell’inflazione si deve inoltre alla dinamica dei prezzi di alcune tipologie di servizi (ricreativi, culturali e per la cura della persona e di trasporto) e alla nuova decelerazione del ritmo di crescita dei prezzi dei beni alimentari (+6,1%), in particolare della componente lavorata, che esercita un freno alla crescita su base annua dei prezzi del “carrello della spesa” (+5,8%). Infine, l’inflazione di fondo si attesta a novembre al +3,6% (dal +4,2% di ottobre).

mercoledì 29 novembre 2023

Mercato libero o tutelato? Differenze, scadenze e cosa è meglio

Meglio mercato libero o maggior tutela? Quali sono le differenze tra i due mercati dell’energia e del gas? Quando si parla di questo tema, è semplice confondersi e non capire quale conviene. Qui faremo un po’ di chiarezza.

Differenza tra mercato libero e tutelato, in breve:

  • Nel mercato libero puoi scegliere l’offerta che preferisci, mentre in quello tutelato le tariffe sono uguali per tutti.
  • Il mercato tutelato cesserà di esistere nel 2024 per tutti i clienti domestici non vulnerabili.
  • Puoi passare al mercato libero in ogni momento (è gratis e non comporta l’interruzione della fornitura).


COS'E' IL MERCATO TUTELATO E QUANDO FINIRA'?

Il mercato tutelato (anche chiamato “servizio di maggior tutela”) è un sistema di distribuzione di luce e gas controllato dallo Stato

Nel mercato tutelato, quindi, non c’è concorrenza: esiste un’Autorità, l’ARERA, che stabilisce le condizioni contrattuali e i prezzi aggiornandoli periodicamente in base all’andamento mondiale dei prezzi delle materie prime energia elettrica e gas.

❗ Da ottobre 2022 il prezzo del gas viene aggiornato mensilmente a causa dell’instabile situazione del mercato energetico. L’aggiornamento del prezzo dell’energia elettrica, invece, rimane trimestrale.

Il mercato tutelato è destinato a finire ma la data continua a slittare. La fine era prevista per il biennio 2015–2016 ma è stata posticipata più volte per consentire ai consumatori di comprendere meglio le dinamiche del mercato libero. La proroga più recente ha rinviato all’inizio del 2024 il passaggio obbligatorio al mercato libero per le utenze domestiche private.

(ingrandire)


Quando si parla di mercato libero si intende un mercato in cui l’energia (elettrica o gas) non viene erogata da un unico fornitore in monopolio statale ma, al contrario, può essere fornita da innumerevoli aziende private che competono tra loro con prezzi e servizi diversificati. 

In questo tipo di mercato, i vari fornitori “fanno a gara” con prezzi competitivi e servizi aggiuntivi per conquistare gli utenti, che sono liberi di scegliere l’offerta più consona.

Anche questo mercato viene supervisionato attraverso un organismo apposito, l’AGCM (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato o, informalmente, Antitrust), volto a garantire procedure trasparenti e una corretta gestione dei prezzi.

QUALI SONO LE DIFFERENZE TRA ILMERCATO LIBERO E IL MERCATO TUTELATO?

Per aiutarti nella tua valutazione, in questa tabella abbiamo evidenziato le maggiori differenze tra il mercato libero e quello tutelato.










(ingrandire)

COME CAPIRE SE SEI NEL MERCATO LIBERO O TUTELATO?

Non sai se le tue forniture sono in maggior tutela o nel mercato libero? Ti basta guardare in bolletta: tutti i fornitori sono obbligati a specificare se l’offerta del cliente appartiene al mercato libero o quello tutelato.

Se non hai più cambiato fornitore dal 1999, anno in cui è stato privatizzato il mercato energetico con il Decreto Bersani, allora sarai sicuramente un cliente del mercato tutelato.

Ad esempio, qui trovi l’intestazione delle bollette del Servizio Elettrico Nazionale (che opera nel servizio di maggior tutela) e di Enel Energia (che opera nel mercato libero) 👇

bolletta Servizio Elettrico Nazionale
Bolletta Servizio Elettrico Nazionale – mercato tutelato
Bolletta Enel fornitura mercato libero
Bolletta Enel Energia – mercato libero

Entrambi i fornitori fanno parte dello stesso gruppo ma operano nei due mercati con nomi diversi. Il gruppo Enel non è l’unico ad offrire energia e gas in entrambi i mercati: lo fanno anche Eni Plenitude, A2A, Acea Energia, Hera e molti altri.

COSA SUCCEDERA' QUANDO FINIRA' IL MERCATO TUTELATO?

👉 Innanzitutto è importante chiarire un punto: non si interromperanno le forniture.

L’iter previsto è diverso in base al tipo di utenza (energia o gas) e al tipo di cliente (vulnerabili e non vulnerabili). Le scadenze attualmente previste valgono solo gli utenti non vulnerabili, mentre quelli vulnerabili potranno continuare ad usufruire del servizio di maggior tutela. In particolare, si tratta di coloro che presentano almeno una delle seguenti caratteristiche:

  • sono in condizioni economicamente svantaggiate (ad esempio percettori di bonus);
  • presentano gravi condizioni di salute tali da richiedere l’utilizzo di apparecchiature medico-terapeutiche alimentate dall’energia elettrica;
  • presentano disabilità ai sensi dell’articolo 3 legge 104/92;
  • abitano in una struttura di emergenza a seguito di eventi calamitosi;
  • hanno un’utenza in un’isola minore non interconnessa;
  • hanno un’età superiore ai 75 anni.

Ecco cosa accadrà ai clienti non vulnerabili che non avranno effettuato il passaggio al mercato libero nei tempi previsti:

  1. Luce: dopo la scadenza, il cliente passerà al Servizio a Tutele Graduali con un fornitore assegnato tramite asta territoriale e con un’offerta PLACET (Prezzo Libero A Condizioni Equiparate di Tutela).
  2. Gas: dopo la scadenza, il cliente sarà passato su un’offerta PLACET a prezzo variabile proposta dal suo attuale fornitore.

Bisogna aspettare il 2024 per passare al mercato libero? Assolutamente no, anzi è possibile lasciare il servizio di maggior tutela già da subito per approfittare delle offerte del mercato libero.

È MEGLIO IL MERCATO LIBERO O IL MERCATO TUTELATO?

Anche se la scelta tra mercato libero e tutelato dipende dalle tue necessità, la liberalizzazione del mercato può portare molti benefici economici, che ti mostreremo utilizzando un grafico elaborato da ARERA basato sulle offerte disponibili sul Portale Offerte istituzionale (PO).


Come puoi notare la spesa media annua nel mercato libero (linea verde) è più alta di quella nel mercato tutelato (linea blu). Tuttavia la linea rossa, che rappresenta l’offerta più conveniente presente sul mercato libero, è inferiore alla spesa nella maggior tutela.

Nel mercato libero ci sono possibilità di risparmio per utenti attenti, pronti a confrontare ed eventualmente rinegoziare le loro condizioni.

Cosa sapere sul passaggio al mercato libero:

  • L’operazione è gratuita;
  • Non ci saranno interruzioni di fornitura;
  • Non ci sarà alcun lavoro sul contatore, né tantomeno alcuna sostituzione;
  • Non sono previste penali da parte del vecchio fornitore;
  • Si può cambiare fornitore quando e come si desidera, senza alcun vincolo.

Per farti un’idea delle offerte nel mercato libero, qui trovi alcune delle tariffe luce e gas più convenienti del momento 👇


CHE TIPI DI OFFERTE ESISTONO NEL MERCATO LIBERO?

Il grande vantaggio del mercato libero è che permette ai fornitori di definire in autonomia, ma sempre entro i paletti posti dall’Autorità:

  • Il costo della materia prima energia e gas;
  • La tipologia di offerta (se a prezzo fisso o variabile);
  • Le condizioni contrattuali (ad esempio, la durata delle condizioni economiche).

Che differenza c’è tra le offerte a prezzo bloccato e quelle a prezzo indicizzato al PUN (nel caso della luce) e al PSV (per il gas)?


Per quanto riguarda la fornitura dell’energia elettrica, nel mercato libero è anche possibile scegliere tra tariffa monoraria e multioraria: 


Anche nel mercato tutelato esistono le fasce orarie (F1 ed F23), ma la differenza di prezzo nelle due fasce orarie è minima, e quindi incide ben poco sul totale della bolletta. Se davvero cerchi un’offerta multioraria, quindi, ti consigliamo di valutare il mercato libero.

Ecco quali sono le fasce orarie previste nel mercato libero 👇

Fasce orarie per la fornitura di energia elettrica

UN PO' DI STORIA SUL MERCATO LIBERO E A MAGGIOR TUTELA

Dal 1962 fino al Decreto Bersani del 1999, la fornitura dell’energia era affidata esclusivamente allo Stato, che decideva prezzi e condizioni. Gli unici fornitori presenti sul mercato erano l’Ente Nazionale per l’Energia Elettrica (ENEL – per la luce) e l’Ente Nazionale Idrocarburi (ENI – per il gas, oggi Eni Plenitude), trasformate in Società per Azioni nel 1992 in vista della liberalizzazione del mercato.

In seguito ad una direttiva europea del 1996 (96/92/CE), inizia il processo di liberalizzazione.

Nel 1999 il Decreto Bersani (D.L. 16 Marzo 1999, n. 79) sancisce ufficialmente la fine del monopolio statale sulla fornitura di energia elettrica. Pochi mesi dopo, con il D.L. 23 maggio 2000, n. 164, fu istituita anche la liberalizzazione del mercato del gas.

Se le grandi industrie hanno fin da subito potuto godere della maggior competizione tra i vari fornitori, le utenze domestiche private hanno dovuto attendere il 1° gennaio 2003 per il gas e il 1° luglio 2007 per la luce. 

Per consentire un passaggio graduale al mercato libero, venne istituita un’autorità apposita che ha cambiato nome nel corso degli anni. Probabilmente riconoscerai alcuni di questi: dal 1995 al 2011, era conosciuta come AEEG (Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas), poi, fino al 2017, come AEEGSI (Autorità per l’Energia Elettrica, il Gas e il Sistema Idrico ) ed infine, dal 2018, come ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente).

UTENTI NEL MERCATO TUTELATO VS UTENTI NEL MERCATO LIBERO

Sono moltissimi i clienti domestici che hanno già effettuato il passaggio al mercato libero. Qui trovi la suddivisione degli utenti tra i due mercati 👇

Flourish logo

Utenti energia mercato libero o tutelato

Utenti gas mercato libero o tutelato



Ti ricordiamo ancora una volta che la scadenza per passare al mercato libero è fissata al 1° gennaio 2024 per il gas e al 1° aprile 2024 per la luce.

DOMANDE FREQUENTI SUL MERCATO TUTELATO O LIBERO

ENEL ENERGIA È MERCATO LIBERO O TUTELATO? 

Enel Energia è un fornitore che opera nel mercato libero, da non confondere con Servizio Elettrico Nazionale (ex Enel Servizio Elettrico), che fa parte dello stesso gruppo ma opera nel mercato a maggior tutela.

QUAL È LA DIFFERENZA TRA MERCATO LIBERO E MERCATO TUTELATO?

Nel mercato libero i fornitori propongono offerte con tariffe e condizioni diverse, mentre nel mercato tutelato il prezzo è uguale per tutti ed è stabilito dall’ARERA. I fornitori del mercato libero possono offrire sconti e servizi extra ai clienti, per questo motivo è possibile risparmiare passando al mercato libero.

QUANDO SI DEVE PASSARE DAL MERCATO TUTELATO A QUELLO LIBERO?

Ovviamente puoi passare dal mercato tutelato a quello libero in ogni momento, ricorda però che la scadenza per i clienti domestici è fissata all’inizio del 2024. Dopo questa data il mercato tutelato cesserà di esistere e le forniture passeranno al Servizio a Tutele Graduali. 

CHE SUCCEDE SE NON SI PASSA AL MERCATO LIBERO?

Chi, alla scadenza del mercato tutelato, non avrà ancora attivato un contratto nel mercato libero sarà assegnato al Servizio a Tutele Graduali (nel caso delle forniture luce) oppure rimarrà con il proprio fornitore ma con un’offerta PLACET poco vantaggiosa (nel caso delle forniture di gas). Ricorda che non ci sarà mai alcuna interruzione di fornitura. 

Visit Terracina! You are always welcome. Terracina the gate of the sun

  https://terracinadascoprireegustare.blogspot.com/2023/04/gastronomia-terracinese-e-luoghi-del.html?fbclid=IwZXh0bgNhZW0CMTEAAR00IlLbEiQl0C...