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sabato 16 dicembre 2023

ENEA punta su una “Hydrogen Valley” italiana da 14 milioni di euro


ENEA punta su una “Hydrogen Valley” italiana da 14 milioni di euro

Alle porte di Roma un polo di ricerca per lo sviluppo di una filiera italiana dell’idrogeno

Realizzare la prima Hydrogen Valley italiana dove sviluppare una filiera nazionale per la produzione, il trasporto, l’accumulo e l’utilizzo di idrogeno, puntando su ricerca, tecnologie, infrastrutture e servizi innovativi. Il progetto ideato dall’ENEA nasce con un investimento da 14 milioni di euro (fondi Mission Innovation[1]) per dar vita al primo incubatore tecnologico italiano per lo sviluppo della filiera dell’idrogeno, in collaborazione con università, istituti di ricerca, associazioni e imprese, con l’obiettivo di favorire la transizione energetica e la decarbonizzazione.

“Si tratta di una piattaforma polifunzionale, inclusiva, in cui ci occuperemo di idrogeno a 360 gradi, per accelerare ricerca e innovazione e mettere a disposizione dell’industria infrastrutture hi-tech per arrivare a colmare il gap fra scala di laboratorio e industriale”, spiega Giorgio Graditi, Direttore del Dipartimento Tecnologie Energetiche e Fonti Rinnovabili dell’ENEA e rappresentante ENEA all’interno della European Clean Hydrogen Alliance.

Il progetto prevede la realizzazione presso il Centro Ricerche ENEA Casaccia, alle porte di Roma, di un insieme di infrastrutture hi-tech per la ricerca e la sperimentazione lungo tutta la filiera dell’idrogeno: dalla produzione alla distribuzione, dall’accumulo all’utilizzo come materia prima per la produzione di combustibili puliti e come vettore energetico, per ridurre le emissioni di CO2 nell’industria, nella mobilità, nella generazione di energia e nel residenziale.

“Questi sono solo alcuni esempi delle potenzialità di un progetto tutto italiano che darebbe la possibilità alle aziende di produrre innovazione, sperimentando e validando le proprie tecnologie in un ambiente dedicato e con il supporto di personale e laboratori qualificati”, commenta Graditi. “Per realizzare il primo dimostratore di ‘taglia rilevante’ della reale fattibilità di un’economia green basata sull’idrogeno, sfrutteremo tutte le potenzialità del nostro Centro Ricerche Casaccia che si estende su oltre 100 ettari, con circa 1000 ricercatori, importanti infrastrutture e laboratori di ricerca, una rete autonoma del gas e dell’energia elettrica, circa 200 edifici, strade e servizi”, aggiunge Graditi.

Oggi l’idrogeno verde può essere ottenuto da diverse fonti di energia rinnovabile come il fotovoltaico e l’eolico. La piattaforma di ricerca ENEA consentirà anche la sperimentazione di nuove tecnologie per la produzione di idrogeno, ad esempio, attraverso l’utilizzo dei rifiuti (biomasse residuali) e l’impiego del calore rinnovabile a media-alta temperatura prodotto da impianti solari a concentrazione.

All’interno dell’incubatore potrà essere utilizzato idrogeno puro e in miscela con gas naturale per la produzione di energia elettrica; verranno, infatti, messe a punto miscele idrogeno-metano da immettere nella rete interna di distribuzione del gas e sarà realizzato un “idrogenodotto” locale dedicato al trasporto di idrogeno puro in pressione, da utilizzare in modo capillare a seconda della domanda delle utenze. È prevista anche la realizzazione di una stazione di rifornimento per veicoli a idrogeno, come i mezzi per la movimentazione delle merci, bus e automobili, in uso all’interno del Centro Ricerche ENEA, con l’obiettivo di dimostrare il contributo di questo combustibile alla decarbonizzazione del settore mobilità.

Tra le applicazioni di maggiore interesse che verranno studiate all’interno dell’Hydrogen Valley, c’è anche il power-to-gas, un processo che, attraverso l’elettrolisi, consente di produrre idrogeno dall’energia elettrica generata da fonti rinnovabili. L’idrogeno così prodotto può essere convertito in metano, o essere immesso nella rete interna del gas naturale. In questo modo è possibile accumulare l’energia prodotta da fonte rinnovabile, svolgere anche una funzione di ‘stabilizzazione’ della rete elettrica e agire come elemento di congiunzione con la rete gas, in previsione del forte incremento di produzione da rinnovabili.

La strategia ENEA sull’idrogeno prevede inoltre la realizzazione di progetti per la decarbonizzazione dell’industria, in particolare quella ad alta intensità energetica, ma anche dei trasporti pesanti su gomma e ferroviari alimentati ancora a diesel.

“La crescente attenzione verso l’idrogeno è dovuta ad alcune sue caratteristiche: si tratta di un gas leggero e ad alto contenuto di energia per unità di massa che può essere prodotto su scala industriale ed è più facile da immagazzinare a lungo termine rispetto all’elettricità”, spiega Giulia Monteleone, responsabile del Laboratorio ENEA di Accumulo di energia, batterie e tecnologie per la produzione e l’uso dell’idrogeno. “Ma soprattutto, può essere utilizzato per produrre energia ‘pulita’: la sua combustione, infatti, non è associata alla produzione di anidride carbonica e può essere condotta per via elettrochimica in celle a combustibile, con efficienze complessive superiori alla combustione termica e senza l’emissione di ossidi di azoto”, aggiunge Monteleone.

Per le sue caratteristiche, l’idrogeno verde potrebbe ricoprire un ruolo di primo piano per il raggiungimento della neutralità climatica al 2050, come prevede la Hydrogen Strategy for a climate-neutral Europe, lanciata dalla Commissione europea l’8 luglio 2020; a dare concreta attuazione alla strategia UE sarà, invece, la European Clean Hydrogen Alliance, la piattaforma per l’idrogeno dell’Unione Europea che riunisce al suo interno industria, ricerca, istituzioni pubbliche e società civile. In questo organismo sono presenti oltre 30 membri italiani, tra cui ENEA con due rappresentanti: il direttore Giorgio Graditi, nel ruolo di high level representative, e il ricercatore Stephen McPhail come sherpa. “Questo riconoscimento ci consentirà di rafforzare e di accrescere la posizione e la rappresentatività di ENEA a livello europeo nei settori di riferimento della filiera dell’idrogeno”, conclude Graditi.

Per maggiori informazioni:

Giulia Monteleone, ENEA – Responsabile Laboratorio Accumulo di energia, batterie e tecnologie per la produzione e l’uso dell’idrogeno, giulia.monteleone@enea.it

[1] Mission Innovation è un’iniziativa globale alla quale partecipano 24 paesi e la Commissione europea con l’obiettivo di accelerare l’innovazione nel campo dell’energia pulita, per affrontare i cambiamenti climatici, rendere l’energia pulita accessibile ai consumatori e creare posti di lavoro green e opportunità commerciali.

Dopo Roma anche Modena getta le basi della sua Hydrogen Valley. È stato firmato in Municipio il protocollo d’intesa per la creazione di IdrogeMO: un polo di produzione da 400 tonnellate di idrogeno rinnovabile l’anno realizzato da Gruppo Hera e Snam che contribuirà alla decarbonizzazione dell’Emilia-Romagna, uno dei territori italiani a più forte vocazione imprenditoriale. I principali beneficiari del progetto, che può contare su un finanziamento da 19,5 milioni di euro stanziato nell’ambito del Piano Nazionale di ripresa e resilienza, figurano il settore della mobilità, il trasporto pubblico locale e le industrie.

Dichiarazione accessibilità

martedì 28 novembre 2023

DL Energia: nel decreto MASE investimenti su rinnovabili e sostegno a imprese gasivore-energivore



Le novità contenute nel provvedimento approvato in Consiglio dei Ministri del 27 novembre

Roma, 27 novembre – Un fondo per stimolare la costruzione di impianti rinnovabili in aree idonee, incentivi per le imprese energivore che vogliano decarbonizzare, due aree portuali per l’eolico galleggiante.

Sono queste alcune delle novità più importanti del Decreto Energia, approvato nella seduta del Consiglio dei ministri del 27 novembre, su proposta del Ministro Gilberto Pichetto.

Il provvedimento introduce, in particolare:

un fondo per Regioni e Province Autonome da 350 milioni l’anno fino al 2032 per misure di compensazione e riequilibrio ambientale e territoriale a fronte dell’installazione di impianti rinnovabili in aree idonee;

un sistema di incentivazione a installare impianti a fonti rinnovabili rivolto a circa 3800 imprese a forte consumo di energia elettrica come quelle della chimica, del vetro e del tessile. Queste potranno vedersi anticipare dal GSE gli effetti della realizzazione di questi impianti, da restituire nei successivi venti anni;

l’acquisto a prezzo vantaggioso di gas per circa mille aziende gasivore (quali quelle della siderurgia, della carta e del vetro), attraverso il GSE e il rilascio di nuovi titoli per la coltivazione di idrocarburi;

semplificazioni per il geotermoelettrico, in particolare per quanto riguarda l'assegnazione delle concessioni;

Le opere per la costruzione e l’esercizio di terminali di rigassificazione di gas naturale liquido on-shore, nonché le infrastrutture connesse, sono considerate di pubblica utilità, indifferibili e urgenti. Una norma che guarda impianti come quelli di Porto Empedocle e Gioia Tauro.

sostegno all’eolico galleggiante nel Mezzogiorno, con l’individuazione di due aree portuali del Sud per sviluppare investimenti nel settore, funzionali a ospitare piattaforme galleggianti;

un portale digitale con dati e informazioni sullo sviluppo della rete elettrica nazionale;

un sistema transitorio di supporto per garantire il mantenimento in esercizio di impianti alimentati con bioliquidi sostenibili;

la possibilità di autocandidature da parte di enti territoriali a ospitare il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, per promuovere la possibilità di una più celere individuazione dell’area di stoccaggio;

misure per il risparmio idrico nelle centrali termoelettriche, con la realizzazione di condensatori ad aria;

semplificazioni sullo sviluppo delle reti intelligenti e la loro resilienza, nonché di 15 nuovi progetti di teleriscaldamento;

interventi normativi e l’avvio di un nuovo studio per valorizzare la filiera della cattura e stoccaggio di carbonio.

martedì 17 ottobre 2023

Data Smart Environment: evoluzioni in tema di ambiente per energie rinnovabili, rifiuti urbani ed agricoltura

Data Smart Environment: evoluzioni in tema di ambiente per energie rinnovabili, rifiuti urbani ed agricoltura


La tutela dell’ambiente è fra i più importanti obbiettivi per un territorio smart, e può essere realizzata attraverso un’accurata progettazione e monitoraggio delle varie attività che insistono sul territorio. A questo obbiettivo è funzionale l’analisi dei vari parametri in tema di energie rinnovabili, agricoltura e rifiuti urbani, realizzabile attraverso mappature che ne offrono la comparazione distribuita sul territorio, ma anche la realizzazione di grafici che ne evidenziano ad esempio l’andamento storico.




Con Data Smart Environment il Ministero dello sviluppo economico, offre un quadro analitico a livello regionale sui fattori che maggiormente influenzano l’ambiente, mettendo a disposizione diversi indicatori: rifiuti urbani raccolti, rifiuti smaltiti in discarica, quantità di frazione umida trattata, fertilizzanti usati in agricoltura, principi attivi nel prodotti fitosanitari, energia da fonti rinnovabili, potenza efficiente da fonti rinnovabili, intensità energetica, consumi di energia elettrica rinnovabile.

Questi dati sono da ora disponibili tramite le avanzate funzionalità di “Data Visualization” messe a disposizione dalla piattaforma open source StatPortal OpenData. Ecco di seguito alcuni esempi:

mappa dei kg per abitante di rifiuti urbani raccolti per regione, mappa dei quintali di fertilizzanti per ettaro utile usati in agricoltura per regione, evoluzione storica della percentuale di energia da fonti rinnovabili in Sicilia, Toscana, Trentino-Alto Adige, Molise, ecc…, grafico comparativo fra regioni nel 2013 della produzione lorda di energia elettrica da fonti rinnovabili in percentuale dei consumi interni lordi di energia elettrica.

Lista completa dei Data Smart Environment pubblicati in DatiOpen.it:

Visit Terracina! You are always welcome. Terracina the gate of the sun

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